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Scuola on line: Introduzione allo studio della Bibbia

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

giovedì 20 gennaio 2011

7. La Bibbia è rivelata ? (Alle radici della nostra fede)

Sul Tempo di giovedì 6 marzo, erano presentati i lavori di un convegno sulla Bibbia tenuto presso l’Accademia dei Lincei. Gli illustri studiosi che hanno dato vita al convegno hanno illustrato l’ambiente storico presupposto dai racconti biblici, analizzando i reperti archeologici e letterari delle fonti extra bibliche e confrontandoli con i dati che ritroviamo nella Bibbia.
Il problema non è sorto in questi ultimi anni, ma risale all’inizio delle scoperte
archeologiche fatte nel Medio Oriente. Si è discusso molto sul fatto che spesso i dati risultanti dal confronto tra le diverse fonti non sono concordi. Quasi sempre, nel passato, gli studiosi laici ritenevano errate le affermazioni della Bibbia e davano la preferenza a quelle provenienti dai documenti egiziani, assiri, babilonesi, persiani. Di contro, gli studiosi credenti difendevano con i denti quanto diceva la Bibbia. È diventato celebre un libro intitolato “La Bibbia aveva ragione”, nel quale l’autore piegava alle sue tesi favorevoli alla “storicità” del testo sacro anche i documenti profani che non lo riguardavano.
Oggi sembra che le polemiche si siano un po’ calmate. Si è capito sempre meglio che se si legge la Bibbia con maggior attenzione al modo di esprimersi di chi l’ha scritta, certe affermazioni diventano più comprensibili e non sembrano poi così diverse da quelle che emergono dalla documentazione proveniente da altri popoli. Tenendo conto del tempo trascorso tra i fatti e l’epoca di composizione dei libri che li raccontano, considerando la difficoltà di accedere ad una documentazione sicura, tenendo presente che i ricordi degli avvenimenti erano affidati prevalentemente alla memoria, non fa meraviglia che gli autori biblici, come anche gli autori profani, possano essere incorsi in inesattezze nel narrare certi particolari.
Senza dimenticare che tutti gli “storici”, a qualsiasi popolo appartengano, hanno sempre narrato la storia dal proprio punto di vista. Basta pensare alle interpretazioni delle vicende riguardanti la liberazione dell’Italia nel 1945, sulle quali gli storici contemporanei non sono ancora riusciti a mettersi d’accordo. Il 25 aprile ha dimostrato ancora una volta quanto siano lontane le posizioni degli studiosi di quel periodo, pur così vicino a noi.
Ma, si obietta, la Bibbia non ci viene presentata dalla tradizione cristiana come “Parola di Dio”? Quindi se è Dio che ci racconta gli avvenimenti deve farlo con assoluta precisione! Già, ma ci si dimentica che la tradizione ha sempre insegnato che Dio parla attraverso gli uomini, che si esprimono secondo le loro capacità e conoscenze, che possono essere limitate. Oggi nessuno si meraviglia se gli autori biblici, come tutti gli uomini del loro tempo, erano convinti che il sole girasse attorno alla terra. Abbiamo capito che Dio “non voleva insegnarci come è fatto il cielo, ma come si vada in cielo”, cioè in paradiso. Lo aveva già capito Galileo Galilei, autore della frase che ho citato.
Non c’è incompatibilità tra l’accettare o criticare le narrazioni degli storici biblici e credere che Dio ha rivelato la Bibbia. La Sacra Scrittura racconta storia, ma non è un libro di storia; descrive la natura, ma non è un trattato di scienze naturali:  è una raccolta di libri che si interessano di teologia.
 Non si capisce allora il sottotitolo messo all’articolo citato all’inizio: la Bibbia “è libro storico, non rivelato”. Fa piacere sentire riconosciuta la storicità dei racconti biblici (anche se con molti problemi), ma ciò non cancella affatto il loro carattere di “rivelazione”. Dio ci ha rivelato non i fatti in se stessi ma il valore religioso che da quei fatti deriva. E questo solo la Bibbia ce lo dice.
Don Giovanni Boggio (Biblista)


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