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Scuola on line: Introduzione allo studio della Bibbia

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

giovedì 20 gennaio 2011

2. Impariamo a leggere (Alle radici della nostra fede)

Siamo abituati a prendere in mano il giornale, a sfogliarlo rapidamente dando un’occhiata ai titoli per farci un’idea del contenuto dei diversi articoli e pensiamo di esserci fatta un’idea della situazione mondiale. In pochi minuti ci siamo aggiornati, abbiamo capito tutto.
Non ci accorgiamo nemmeno che il nostro giornale è un concentrato di notizie scritte con parole appartenenti alla nostra lingua (a parte l’inglese!) ma messe insieme in modi molto diversi tra di loro.
Soltanto se ci mettiamo a leggere con attenzione,
ci rendiamo conto che la lingua italiana, negli articoli che parlano di politica è usata in modo diverso da quello con cui sono scritti gli articoli sportivi, o quelli che si interessano di finanza, o degli spettacoli, o di letteratura, e così via.
Noi non abbiamo in mano un semplice giornale, ma una raccolta di testi differenti tra di loro nel contenuto e nel modo di esprimersi. Però siamo così abituati a passare da un tipo di linguaggio all’altro che quasi non ci facciamo caso. Questa varietà di espressioni fa parte del nostro mondo culturale e ce la sentiamo quasi cucita addosso, quasi una seconda natura che ci porta ad esprimerci come leggiamo sui giornali o come sentiamo parlare alla TV o alla radio, senza che ne siamo consapevoli.
Supponiamo di leggere sul giornale una frase di questo tipo: “Rossi, giunto a due passi dal portiere, gli ha sparato in bocca”. Che cosa significa? Si tratta di un delitto? Tutto lo lascia supporre. E potrebbe proprio descrivere un omicidio. Tutto dipende dalla sezione del giornale in cui quella frase si trova: se è riportata in cronaca ha un significato, se la trovo nel resoconto di una partita di calcio assume un valore molto meno drammatico, almeno per i tifosi della squadra a cui appartiene il portiere!
Gli esempi si potrebbero moltiplicare. Da tutti si ricava che il significato delle parole dipende non dal semplice termine linguistico, ma dalle relazioni che si stabiliscono tra quel termine e quelli che lo accompagnano, il tutto dipendente da un contesto ancora più ampio che è, ad esempio, la sezione del giornale in cui quella parola si trova. Senza parlare del contesto linguistico, per cui una parola italiana ha un significato ben diverso dalla stessa usata in una lingua diversa. Pensiamo ad esempio a “burro” che in spagnolo significa “somaro” o al verbo italiano “amar” che, letto come se fosse ebraico, significa “disse”, ecc.

La Bibbia è una raccolta di libri differenti...
La Bibbia si presenta come un volume unico, ma in realtà è come una biblioteca formata di tanti libri, ognuno dei quali ha le proprie caratteristiche differenti da quelle degli altri. Soprattutto differenti dai libri scritti nei secoli successivi e ai nostri giorni. Spesso non ci rendiamo conto di queste differenze e leggiamo i testi biblici come se fossero tutti uguali. Per tornare all’esempio del giornale, corriamo il rischio di leggere un libro che, supponiamo, parla di politica come se trattasse di finanza o di letteratura. Dopo quanto detto, credo sia evidente il grosso pericolo di non capire il senso di quanto leggiamo o di capire il contrario di quanto l’autore voleva dire.
Ma, si potrebbe dire, leggendo il giornale non faccio queste confusioni. Certamente, perché il giornale fa parte del mio mondo, sono cresciuto con il giornale in mano e mi muovo con naturalezza tra le pagine diverse, attribuendo ad ognuna il suo vero valore. Ma per la Bibbia il discorso è diverso perché la Bibbia è stata scritta tanti secoli fa.

Don Giovanni Boggio (Biblista)

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