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Scuola on line: Introduzione allo studio della Bibbia

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

giovedì 20 gennaio 2011

4. La Bibbia è crudele ? (Alle radici della nostra fede)

È opinione molto diffusa, fin dai primi decenni della Chiesa, che nell’Antico Testamento ci siano dei racconti terribili che dimostrano la cattiveria di un dio che gode nel punire gli uomini con castighi tremendi. Lo affermava Marcione, un eretico vissuto agli inizi del secondo secolo cristiano, che voleva cancellare dalla Bibbia tutti gli episodi che raccontano atti di crudeltà, per di più compiuti per obbedire
ad un ordine di Dio. Anche nelle settimane passate la stampa ha presentato alcuni cristiani che ripetevano le stesse affermazioni, rifiutando di leggere la Bibbia nella sua interezza.
Che ci siano racconti del genere è fuori dubbio: non occorre dimostrarlo. Che la nostra reazione di fronte a quelle atrocità sia di rifiuto totale è una cosa sommamente positiva e dimostra quanta strada l’insegnamento di Gesù ci abbia fatto fare nell’affinare la sensibilità di fronte alle guerre e alla violenza in genere. Ma di qui a rifiutare la Bibbia il passo è troppo lungo per poterlo accettare.
Chi reagisce con il rigetto della Bibbia dimostra di non conoscere come si deve leggere un testo, soprattutto antico. Il primo atteggiamento da tenere è cercare di capire il senso di un testo. Lo si ricava dall’insieme di tanti elementi: lingua, letteratura, storia, geografia, usi, cultura, religione, condizioni sociali, ecc.
Nel 90 per cento dei casi non ci troveremo d’accordo sul comportamento degli antichi. Ma nemmeno il fatto che questi comportamenti siano descritti nella Bibbia ci obbliga a ripeterli anche noi nella nostra vita. Chi si ispira a questo criterio può definirsi un “fondamentalista”, e sappiamo quanto questi individui siano pericolosi ai nostri giorni.
Per capire i racconti di violenza e crudeltà della Bibbia, senza scandalizzarsi, è necessario fare alcune considerazioni. La prima è di carattere letterario. La Bibbia stessa ci dice chiaramente che non ci sono stati, da parte del popolo ebraico, tutti quei massacri spaventosi di popolazioni inermi, che si potrebbero ricavare, per esempio, dal libro di Giosuè. La situazione storica “vera” si trova descritta nel libro dei Giudici che ci presenta gli Ebrei in frizione continua con le popolazioni locali. E queste spesso avevano il sopravvento, facendo strage dei nuovi immigrati che, quando ci riuscivano, si prendevano la rivincita.
Sempre di carattere letterario è il gusto di descrivere i fatti non con la preoccupazione di fare una cronaca scarna, ma con l’intento di presentare in modo epico le gesta dei propri eroi.
La storia ci insegna che il comportamento in guerra dei popoli antichi (ma i nostri contemporanei non sono migliori!) era basato sulla violenza estrema contro i vinti. È diventata proverbiale la crudeltà degli Assiri, che non sto a descrivere per non urtare la sensibilità dei lettori. Purtroppo era il clima che si respirava in tutto il mondo antico e che anche i moderni teorizzano in modo elegante con l’espressione francese “à la guerre comme à la guerre”, che potremmo tradurre: “quando si fa la guerra non si deve andare tanto per il sottile”.
La difficoltà maggiore però deriva dal fatto che questa violenza è attribuita ad un ordine esplicito di Dio. Anche in questo caso, l’impressione negativa può essere mitigata, almeno in parte, dalla considerazione che anche gli altri popoli attribuivano al proprio dio nazionale gli stessi sentimenti che gli Ebrei vedevano nel proprio Dio. Spesso la guerra era questione di vita o di morte per intere popolazioni. Non c’è niente di strano che quella gente affidasse alla divinità la propria sopravvivenza.
Un’ultima considerazione: ricordiamo che nella Bibbia Dio si manifesta in modo “progressivo”, il  che presuppone quindi un cammino di approfondimento successivo e di maturazione lenta della nostra conoscenza di Dio e del suo modo di agire.
Don Giovanni Boggio (Biblista)

2 commenti:

  1. invece che chiarire mi ha turbato ancor più!
    Quindi dobbiamo ritenere il nostro Dio al pari degli dei inventati???
    Giosuè agisce facendo il volere di Dio che ordina di uccidere, io mi aspettavo un commento allegorico e non certo la locuzione Anche gli altri dei facevano così!
    Per cui le chiedo è possibile che quei dei fossere dei demoni e quindi Dio abbia ordinato di distruggere gli schiavi di demoni per purificare le loro anime?

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    1. Caro Anonimo, grazie per la domanda che sottolinea l’attualità del tema proposto e l’interesse a capire come deve essere letta la Bibbia. Anche in questo caso, la conoscenza del mondo antico ci aiuta a capire e interpretare certi comportamenti che risultano lontani dalla nostra sensibilità cristiana. Sottolineo però che anche oggi, nonostante il Vangelo, il comportamento nelle guerre non è molto migliorato, anzi, e ciò nonostante le dichiarazioni di pace dei governanti che definire ipocrite sembra un eufemismo.
      Quando scrivevo che anche gli altri popoli attribuivano ai propri dèi propositi violenti non volevo certo dire che questi sentimenti appartenessero al Dio di Israele. Volevo affermare solo che gli ebrei condividevano con gli altri nella pratica il modo di raffigurarsi la divinità (almeno sotto alcuni aspetti) e si comportavano di conseguenza.
      Però a differenza degli altri popoli, in Israele c’erano uomini che la pensavano in modo molto diverso e che immaginavano il proprio Dio animato da sentimenti di bontà non solo verso Israele ma verso tutti gli uomini. Da questo nasce il desiderio presente in molte pagine bibliche, che si raggiunga una pace universale con il superamento di ogni ingiustizia per realizzare un benessere condiviso da tutti.
      Non possiamo fermarci ad un solo tipo di affermazioni, come quelle che riguardano la violenza, senza metterle a confronto con altre sullo stesso argomento visto da un punto di osservazione diverso. Nella Bibbia vi sono due tipi di testi intrecciati tra di loro. Il primo possiamo chiamarlo “cronaca quotidiana” in quanto racconta il comportamento e il modo di pensare sia degli Ebrei che dell’altra gente. Il secondo tipo di testi nasce da una riflessione sulla realtà e si esprime con un giudizio sulla qualità, sul valore delle azioni dell’uomo. Possiamo dire che la prima serie di testi dice “quello che è”, mentre il secondo esprime “quello che dovrebbe essere” il comportamento dell’uomo secondo la volontà di Dio.
      In altre parole, a proposito della violenza la Bibbia “racconta” quello che accadeva allora con le motivazioni che avevano quei popoli (condivise da Israele), ma in parallelo presenta una serie di riflessioni che condannano la violenza e presentano il comportamento ideale voluto da Dio.
      Per essere ancora più chiaro, sarebbe come accusare di incitamento alla violenza un giornalista che descrive una guerra dei nostri giorni. Può esistere anche questo pericolo, come purtroppo accade con certi film, ma non si devono confondere le due cose. Soprattutto quando accanto alla “descrizione” sono presentati dei giudizi di condanna netta di ogni tipo di violenza. Ed è questa la situazione della Bibbia.

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