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Scuola on line: Introduzione allo studio della Bibbia

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

giovedì 20 gennaio 2011

10. Quando è stata scritta la Bibbia ? (Alle radici della nostra fede)

Questa domanda, come tante altre che ci sentiamo rivolgere a proposito della Bibbia, risente della nostra cultura, che considera il mondo antico guidato dalle stesse regole che controllano le nostre abitudini e le nostre scelte. In realtà le cose andavano diversamente da oggi.
Da alcuni secoli a questa parte, noi siamo soliti scrivere
su ogni pubblicazione l’anno in cui il libro è stato stampato, e riteniamo una grave scorrettezza la mancanza del nome dell’autore, della casa editrice e di tante altre informazioni che ci aiutano a collocare il libro nel suo contesto di origine. È una preoccupazione giusta e facciamo bene a tenerci.
Ma in passato non era così. Non esisteva la SIAE e i diritti d’autore non si sapeva che cosa fossero. Di conseguenza gli autori si defilavano spesso dietro a pseudonimi, o a nomi di personaggi celebri, o non si curavano minimamente di far sapere chi aveva scritto una certa opera. Tanto meno si preoccupavano di indicare la data di pubblicazione del loro lavoro. Pensiamo solo a quanto sappiamo sull’autore dell’Iliade e dell’Odissea.
Proprio nella Bibbia però, abbiamo un’eccezione a questo comportamento. Nel Prologo del libro che oggi chiamiamo Siracide, il traduttore (che era nipote dell’autore) scrive che ha iniziato il suo lavoro di traduzione nell’anno trentottesimo del re d’Egitto Evergete. Siamo dunque verso il 130 del nostro calendario. Si può ragionevolmente pensare che il nonno del traduttore abbia composto la sua opera una cinquantina d’anni prima, cioè verso il 180 a. C. Ma, come detto, si tratta di un’eccezione non solo per la data, ma anche per quanto riguarda il nome dell’autore, cioè “Gesù figlio di Sirac”.
Per cercare qualche informazione sui problemi di datazione e di autori biblici dobbiamo quindi fare riferimento ai dati tradizionali o, meglio ancora oggi, su elementi che si possono dedurre dagli stessi testi, come ad esempio caratteristiche della lingua, idee esposte, usi e costumi dei protagonisti, riferimenti ad avvenimenti conosciuti della storia profana. È uno studio delicato e complesso, che oggi ha raggiunto buoni risultati ritenuti abbastanza soddisfacenti, anche se sono sempre suscettibili di modifiche in tanti particolari.
Per quanto si riferisce ai libri dell’Antico Testamento, gli studiosi sono abbastanza concordi nell’ammettere che sono stati composti, nella forma che è giunta a noi, a partire dal 500 a. C. fino a giungere a pochi decenni prima della nascita di Gesù. Si sarebbe trattato di una grande opera di raccolta delle tradizioni antiche del popolo ebraico, organizzate in modo sistematico per conservare alle generazioni successive il patrimonio religioso di un popolo che aveva rischiato, con l’esilio a Babilonia, di perdere la propria identità e addirittura la propria vita.
Ispiratore e animatore di questa impresa colossale potrebbe essere stato un personaggio al quale la Bibbia attribuisce un grande interesse per le tradizioni degli Ebrei, un certo Esdra. Sotto la sua direzione editoriale (detto con linguaggio moderno), diversi studiosi ebrei avrebbero raccolto diligentemente tutti i ricordi sulle vicende del proprio popolo, cercando in esse una spiegazione dei fatti e dei personaggi più importanti della propria storia. A questa raccolta iniziale si sarebbero poi aggiunti altri scritti nei secoli successivi.
Molti libri dell’Antico Testamento risultano composti da raccolte di antiche tradizioni popolari, accostate tra di loro in modo da dare l’idea di una continuità della storia, nella quale pure si riscontrano dei “buchi” (cioè mancanza di ricordi precisi) lunghi anche alcuni secoli.

Don Giovanni Boggio (Biblista)



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