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Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

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giovedì 20 gennaio 2011

No alla guerra !!! (Alle radici della nostra fede)

NO  ALLA  GUERRA !!!

Oggi siamo tutti mobilitati a dire un no deciso alla violenza, soprattutto a quella che si manifesta con le guerre. Rifiutiamo ogni tipo di guerra, sia quella fatta con i carri armati e i missili, sia quella combattuta in modo subdolo mediante vili attentati, sia la violenza di dittature che soffocano la libertà o quella di società che antepongono il profitto economico ad ogni altra considerazione umanitaria.
Noi cristiani siamo convinti che questa sensibilità, che si sta diffondendo in strati sempre più
vasti della popolazione mondiale, è anche frutto di una penetrazione del vangelo nel mondo contemporaneo. Certamente vi sono tante altre componenti culturali che hanno portato a questo rifiuto della violenza. Non credo comunque, che tra queste matrici si possano elencare ideologie che quando hanno potuto trasformarsi in potere politico hanno compiuto stragi e massacri, reprimendo con i carri armati i movimenti indipendentisti di intere nazioni. E questo non nei secoli lontani, ma in anni che tutti noi ricordiamo chiaramente per averli vissuti.
Se andiamo nel lontano passato, anche i cristiani si sono adeguati, purtroppo, alla logica della guerra e della violenza come strumento di governo. Di questi comportamenti il Papa ha chiesto perdono, riconoscendo che quel modo di agire non era certo ispirato all’insegnamento del Vangelo.
Ma non lo era nemmeno in riferimento alla Bibbia nella sua interezza che, per noi cristiani, comprende anche i libri sacri che abbiamo ricevuto dagli Ebrei, cioè l’Antico Testamento. Nel numero precedente ho cercato di collocare i racconti biblici nel loro contesto storico, non tanto per giustificare quanto invece per capire i comportamenti dei nostri lontani antenati.
La tentazione di eliminare la Bibbia dalle nostre letture, dalla nostra vita è molto forte in parecchi contemporanei, anche e soprattutto se sono persone di fede. Ma se cediamo a queste suggestioni è come se volessimo eliminare la storia. Sarebbe un chiudere gli occhi illudendoci che quanto ci disturba non esista più solo perché non lo vediamo. La storia non può essere eliminata, deve essere capita, anche per non ripetere gli sbagli compiuti in passato.
Se dovessimo eliminare tutti gli scritti che raccontano di violenze, dovremmo svuotare le nostre biblioteche. Non solo i grandi poemi dell’antichità, ma le opere di pensatori, di artisti, di drammaturghi, di registi dovrebbero essere condannate al rogo. E che cosa rimarrebbe della nostra cultura? Nella migliore delle ipotesi, un fiore reciso, che staccato dalle radici è destinato a marcire in breve tempo.
Per capire chi siamo e che cosa facciamo abbiamo bisogno di conoscere da dove veniamo, senza scandalizzarci se le radici della nostra società affondano nel fango. L’importante è chiamare il letame con il suo nome e non presentarlo invece come un cibo squisito, come un nettare inebriante.
In una lezione di bioetica che ho ascoltato qualche giorno fa, il relatore sottolineava che l’evoluzione delle specie viventi è stata molto lenta e che la situazione attuale è il risultato di infiniti tentativi non riusciti. Forse la stessa cosa avviene nel lento crescere e maturare dell’umanità, testimoniato e guidato da Dio stesso che ce ne dà il resoconto nelle pagine ispirate della Bibbia.
Forse la nostra generazione è destinata a compiere una mutazione genetica radicale: dare l’addio definitivo alla violenza per costruire quel mondo di amore e di pace che la Bibbia fa derivare dall’opera del Messia. Senza illuderci che questo si realizzi da un anno all’altro.
Don Giovanni Boggio (Biblista)


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