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Scuola on line: Introduzione allo studio della Bibbia

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

sabato 31 dicembre 2016

LA BIBBIA: USI ED ABUSI


LA BIBBIA E NOI

Come si sa, la Bibbia è una straordinaria raccolta di scritti che riportano le riflessioni sui diversi casi della vita fatte nei secoli passati da uomini appartenenti al popolo di Israele. Le esperienze commentate ricoprono le situazioni più frequenti, così che ogni lettore può trovare qualche caso che presenta forti analogie con quanto sta vivendo. Evidentemente saranno differenti le modalità di realizzazione tra l’episodio biblico e quanto vissuto dal lettore moderno, ma le motivazioni che hanno spinto i protagonisti biblici sono sempre le stesse che muovono l’uomo di ogni tempo.

martedì 20 dicembre 2016

“NON FIDATEVI DI PAROLE BUGIARDE” (Geremia 7,4)


… ANCHE SE LE TROVATE IN UN’ANTIFONA DEL BREVIARIO!
       Le parole del titolo sono tratte dal libro di Geremia e si riferiscono all’affermazione che definiva il tempio di Gerusalemme l’unico legittimo per tutto il regno di Giuda. Il profeta non contesta la verità dell’affermazione ma denuncia le conseguenze di comodo che ne venivano tratte da coloro che ne approfittavano a proprio vantaggio. In altre circostanze Geremia accusa coloro che per interesse smerciano come “parola di Dio” quelli che sono soltanto i loro sogni (cfr. 23,14-32).
 Il giudizio severo del profeta di Anatot si potrebbe applicare anche a coloro che citano le parole della Bibbia staccate dal loro contesto originale per adattarle a situazioni diverse e anche a quelli che introducono nel testo biblico elementi estranei o interpretazioni arbitrarie di particolari descrittivi. Questa abitudine è diventata frequente ed ha contaminato in qualche caso anche ambiti che dovrebbero essere esemplari nel modo di presentare l’insegnamento biblico, come la liturgia.

mercoledì 14 dicembre 2016

LA BIBBIA NELLE MANI DI TUTTI


MA NON BASTA TENERLA IN MANO

«Nell'apprendere e professare la fede, abbraccia e ritieni soltanto quella che ora ti viene proposta dalla Chiesa ed è garantita da tutte le Scritture. Ma non tutti sono in grado di leggere le Scritture. Alcuni ne sono impediti da incapacità, altri da occupazioni varie. Ecco perché, ad impedire che l'anima riceva danno da questa ignoranza, tutto il dogma della nostra fede viene sintetizzato in poche frasi». Potrebbe sembrare un primo commento a caldo dell’intervista rilasciata da papa Francesco alla Civiltà Cattolica prima dello storico viaggio in Svezia in occasione dei 500 anni dall’inizio della riforma protestante. In realtà si tratta di un commento tratto dalle «Catechesi» di san Cirillo di Gerusalemme, vescovo, vissuto verso la metà del 300. Non erano passati molti anni da quando l’imperatore Costantino aveva riconosciuto alla Chiesa il diritto ad esistere. Possiamo immaginare facilmente un clima di euforia tra i cristiani che si vedevano finalmente liberi di manifestare la loro fede e di accedere senza paura ai testi sacri sui quali era fondata.

domenica 30 ottobre 2016

CHE COSA SI VEDE “STANDO IN PIEDI”?


IL FARISEO PREGAVA BA ‘AMIDAH

Per tanti anni ho visto anch’io quello che vedevano tutti leggendo e commentando la
parabola di Gesù riportata dal vangelo di Luca 18,9-14. I due protagonisti del racconto sono un fariseo e un pubblicano descritti in un momento di preghiera. I commentatori hanno sempre evidenziato gli atteggiamenti dei due e il contenuto delle loro preghiere da un punto di vista moralistico con l’intento di trarne un insegnamento per la vita dei cristiani. In questa prospettiva lo “stare in piedi” del fariseo era interpretato come espressione del superbo che non vuole piegarsi di fronte a Dio. A lui si opponeva il pubblicano, descritto con gli occhi bassi e ripiegato su se stesso in segno di sottomissione a Dio. A volte si andava oltre a

domenica 23 ottobre 2016

ECUMENISMO AD OGNI COSTO

QUANDO LA LOGICA VA IN FERIE

23/08/2016 18:41a tua privacy, le immagini remote di questo messaggio sono state bloccizza immagin
 E                                                       Egregio Direttore, sono rimasto allibito leggendo nell'editoriale di Davide Rondoni pubblicato venerdì 19 agosto la seguente affermazione: "Infatti, per chiunque creda - cristiano o islamico o ebreo - Dio è uno, grande, onnipotente, misericordioso. Le differenze, semmai sono a riguardo dell'io". Sarà perché dopo 40 anni di insegnamento dell'Antico Testamento sono abituato a motivare ogni affermazione, soprattutto se impegnativa, spiegando il significato preciso dei termini usati, ma la frase buttata lì come la cosa più ovvia, mi ha letteralmente sconcertato.
      

sabato 8 ottobre 2016

IL PRIMO “MISSA EST”

LO HA DETTO GESÙ

Ci teneva molto a fare quella cena con gli amici che si era scelto. Gesù aveva indicato personalmente il luogo e aveva dato l’incarico a due apostoli fidati, Pietro e Giovanni, di preparare la tavola in una stanza già addobbata per la festa di Pasqua. Doveva essere per ogni ebreo una cena speciale dove nulla era lasciato al caso. Ogni gesto, ogni parola, ogni boccone, ogni sorso di vino era carico di significati e doveva essere fatto in un momento preciso indicato da un ordinamento che aveva finito per indicare la stessa cena, Era il “sèder” nome che è rimasto fino ad oggi nella tradizione ebraica.

venerdì 23 settembre 2016

NON TOCCATECI LA MESSA...

…MA NON CHIAMIAMOLA MESSA!


     “Ite, missa est”. Era il saluto con cui il sacerdote congedava i fedeli che avevano partecipato alla Cena del Signore Gesù rispondendo al suo invito: “Fate questo in mia
memoria”. Non era soltanto un incontro conviviale di un gruppo di amici, ma era soprattutto rivivere l’esperienza degli apostoli in quell’ultima cena con Gesù prima della sua morte. Il Maestro aveva parlato a lungo, aveva confidato i suoi sentimenti più intimi e soprattutto aveva promesso di rimanere sempre con loro come il pane e il vino che non potevano mai mancare, anche nel cibo dei più poveri, per garantire la vita.

sabato 3 settembre 2016

LETTERA APERTA

AL PRIORE DI BOSE & FOLLOWERS


Mi sono imposto di mantenere un silenzio rispettoso di fronte alla tragedia che ha travolto tante persone, convinto che a volte le parole possono essere inopportune. Ne ho avuto la dimostrazione vedendo i fiumi di commenti che si sono riversati dai giornali e dagli schermi televisivi. Le notizie e le immagini parlavano da sole ma si sono mescolate e a volte sono state sopraffatte da tanta retorica, poesia, polemiche, accuse, insinuazioni maligne, promesse.
Passati i primi giorni dal terremoto devastante, la vita sta riprendendo i suoi ritmi soliti. Mi è ritornato in mente un tema che avevo accantonato ma che mi sembra doveroso riproporre perché continua ad essere attuale. Lo spunto mi è stato offerto dalla conclusione della settimana liturgica nazionale svoltasi a Gubbio a metà di agosto, in particolare dall’intervento del priore di Bose, Enzo Bianchi.

giovedì 18 agosto 2016

PREGARE INSIEME: “A PRESCINDERE”


SONO D'ACCORDO CON I MUSULMANI


        Non con tutti, ma con quelli che non sono andati a messa per manifestare solidarietà con i cristiani. Le motivazioni che li hanno spinti a questa scelta, stando alle dichiarazioni riportate dai giornali, sono molto varie e non tutte condivisibili dal mio punto di vista. Però mi è sembrato molto bello quanto dichiarato da alcuni “assenteisti” che non hanno partecipato alla messa “per rispetto verso i cristiani”. Con questo non voglio dire che tutti lo abbiano fatto per lo stesso motivo, né che quanti sono entrati nelle nostre chiese avessero intenzione di recare un affronto alla nostra religione.

lunedì 8 agosto 2016

“…SBATTUTI DA ORRIDA TEMPESTA”

ACCADEVA 170 ANNI FA

Diciamo che è stato un caso a bloccare la solerte bibliotecaria alla ricerca del termine tecnico preciso per catalogare un volume dal contenuto molteplice e difficilmente definibile.
Diciamo che è stato un caso che io entrassi in biblioteca proprio in quel momento di ricerca affannosa e che mi sia stato richiesto un parere per poter completare la scheda. 
   Diciamo che è stato un caso che mi sia trovato tra le mani un libro che non avrei mai preso in considerazione per il suo aspetto più che modesto che non attirava l’attenzione.

mercoledì 3 agosto 2016

PARLIAMO DI VACCHE


VACCHE MAGRE E VACCHE GRASSE


 È una delle tante immagini passate dalla Bibbia al linguaggio popolare. L’espressione indica un periodo di prosperità economica che succede ad uno di recessione, o viceversa. Il riferimento biblico è alla storia del sogno del faraone interpretato dall’ebreo Giuseppe diventato poi vice re dell’Egitto (Genesi 41,1-36). È il racconto più celebre di una situazione che si è ripetuta migliaia di volte nel mondo antico e testimoniata spesso nella Bibbia. La scarsità di cibo o addirittura la sua mancanza hanno condizionato pesantemente lo sviluppo delle civiltà.

lunedì 25 luglio 2016

DUE STRANE COPPIE


Pane-Combattere

Pace-Pagare


Dico subito che l’accoppiamento mi è risultato strano leggendo i quattro termini in ebraico. Ho voluto verificare con un gruppo di amici se condividevano la mia sorpresa. Naturalmente non ho anticipato il problema che mi ero posto. Anzi, ho cercato di confondere le idee introducendo un intruso, una coppia di termini assolutamente “normale” ma aperta ad altri accoppiamenti: formaggio-mangiare.
     Il verbo poteva essere unito a pane, come formaggio poteva andare d’accordo con pagare. Per gli altri termini mi aspettavo che pace venisse unita a combattere  per l’influsso del titolo del noto romanzo “Guerra e pace”. Mi sembrava che fossero questi gli abbinamenti suggeriti dalla logica.

giovedì 7 luglio 2016

GESÙ HA CAMBIATO IDEA?

DUE TESTI DI LUCA A CONFRONTO

Gesù ha cambiato idea?
     Forse lo ha pensato qualcuno dei fedeli presenti alla messa che ho celebrato  questa domenica 3 luglio, sentendo la lettura del brano di vangelo proposto dalla liturgia (Luca 10,1-12.17-20). Anche perché leggendo il vangelo ho dato particolare rilievo ai versetti 10-11 nei quali Gesù prevede il caso di una città che rifiuta di accogliere gli annunciatori del vangelo e ordina a questi come devono comportarsi, sia nel caso che vengano accolti come nel caso di un rifiuto. In questa seconda ipotesi, i discepoli devono scuotere ostentatamente la polvere dai sandali. Questo gesto equivale ad una condanna esplicita del comportamento tenuto dagli abitanti della città. Ma l’esecuzione della condanna è affidata alla giustizia divina, non ai discepoli, ed è rimandata a “quel giorno”, cioè al giudizio finale.

venerdì 1 luglio 2016

"NON PRIVARTI DI UN GIORNO FELICE!" (2)


 

“BUON APPETITO… MA RICORDATI CHE…”

                                                                  (continuazione)

“Grazie dell’augurio, però…”.

È stata la reazione immediata di alcuni lettori che mi hanno subito fatto notare che il “vero” messaggio che ci dà la Bibbia non è quello che potrebbe apparire leggendo solo i versetti bellissimi del Siracide ma, insieme all’esortazione ad essere moderati non solo nei cibi, ci sono molti altri richiami insistenti alla rinuncia, alla penitenza, alla sofferenza redentrice modellata sull’esempio di Gesù sofferente e morto in croce.

giovedì 16 giugno 2016

"NON PRIVARTI DI UN GIORNO FELICE!"


LA  BIBBIA  AUGURA: BUON  APPETITO!

 In vista della preparazione dell’incontro conclusivo del corso sul Siracide, ho voluto verificare il suo pensiero sulle feste e in particolare sui banchetti. Avevo commentato ampiamente i testi durante gli incontri ma ho pensato che confezionando uno “spiedino” apposito forse sarebbe risultata più evidente l’inadeguatezza del metodo esegetico che, selezionando e filtrando i testi biblici attribuisce alla bibbia insegnamenti che in realtà le sono estranei.
     Ed allora, infilzando il primo bocconcino tanto appetitoso quanto boicottato e ignorato dall’esegesi penitenziale imperante, ho colto il primo fiore che presenta la caratteristica tutt’altro che trascurabile, di non limitarsi all’ambito culinario-conviviale, ma di abbracciare tutti gli aspetti gradevoli della vita.

Dio vuole vederci felici

11Figlio, per quanto ti è possibile, tràttati bene […]
14Non privarti di un giorno felice,
non ti sfugga nulla di un legittimo desiderio.
16Regala e accetta regali, e divèrtiti,
                     (Siracide 14,11a.14.16a)

21Non darti in balìa della tristezza
e non tormentarti con i tuoi pensieri.
22La gioia del cuore è la vita dell’uomo,
l’allegria dell’uomo è lunga vita.
23Distraiti e consola il tuo cuore,
tieni lontana la profonda tristezza, […]
                     (Sir 30,21-23a).

Dopo questa premessa programmatica, splendente come il sole (cf Sir 43,2), è stato facile inserire le esortazioni a godere i piaceri di una tavola riccamente imbandita e condivisa con amici. La loro presenza esige un comportamento educato e il rispetto di norme che garantiscono la gioia di trovarsi in una compagnia rallegrata anche da musiche e canti. Affiora con insistenza il tema dell’autocontrollo visto in prospettiva personalistica, cioè come esaltazione della libertà individuale, motivo di ammirazione da parte di tutti. Manca ogni riferimento ad argomenti penitenziali o a rinunce ascetiche.

           12Sei seduto davanti a una tavola sontuosa?
Non spalancare verso di essa la tua bocca
e non dire: «Che abbondanza qua sopra!».
14Non tendere la mano dove un altro volge lo sguardo
e non precipitarti sul piatto insieme con lui.
15A partire da te intendi i desideri del tuo prossimo
e su ogni cosa rifletti.
16Mangia da uomo frugale ciò che ti è posto dinanzi,
non masticare con voracità per non renderti odioso.
17Sii il primo a smettere per educazione,
non essere ingordo per non incorrere nel disprezzo.
18Se siedi tra molti invitati,
non essere il primo a tendere la mano.
19Per un uomo educato il poco è sufficiente;
quando si corica non respira con affanno.
20Il sonno è salubre se lo stomaco è regolato,
al mattino ci si alza e si è padroni di sé.
Il tormento dell’insonnia e della nausea
e la colica accompagnano l’uomo ingordo.
21Se sei stato forzato a eccedere nei cibi,
àlzati, va’ a vomitare e ti sentirai sollevato.
22Ascoltami, figlio, e non disprezzarmi,
alla fine troverai vere le mie parole.
In tutte le tue opere sii diligente
e nessuna malattia ti coglierà.
23Molti lodano chi è sontuoso nei banchetti,
e la testimonianza della sua munificenza è degna di fede.
24La città mormora di chi è tirchio nel banchetto,
e la testimonianza della sua avarizia è esatta.
                     (Sir 31,12.14-24).
 
È sorprendente il richiamo alla sobrietà motivata da considerazioni molto realistiche: gli eccessi danneggiano la salute e comunicano un’immagine negativa della persona, sia quando esagera nella prodigalità e sia quando cede ai suggerimenti dettati dalla tirchieria. Il rispetto e la stima verso il piacere si spingono fino a giustificare un cedimento alla cultura “epicurea” quando sia imposta da circostanze particolari. Anche in questo caso, l’intervento liberatorio è dettato dal desiderio di raddoppiare la durata del piacere evitando al contempo gli effetti dolorosi causati dall’ingordigia (v. 27).
Non poteva mancare un “inno al vino” che affonda le radici in una tradizione millenaria costante nella sua ambivalenza di effetti. L’ebbrezza sembra proiettare l’uomo nel mondo stesso della divinità concedendogli di condividere per qualche istante la beatitudine assoluta, Ma può precipitare l’incauto consumatore nel baratro profondo dell’aberrazione totale.  

 27Il vino è come la vita per gli uomini,
purché tu lo beva con misura.
Che vita è quella dove manca il vino?
Fin dall’inizio è stato creato per la gioia degli uomini.
28Allegria del cuore e gioia dell’anima
è il vino bevuto a tempo e a misura.
31Durante un banchetto non rimproverare il vicino,
non deriderlo nella sua allegria.
Non dirgli parole di biasimo
e non affliggerlo chiedendogli quanto ti deve.
                     (Sir 31,27-28.31).

L’euforia alimentata dal vino non deve diventare l’occasione per rivendicare i propri diritti turbando la serenità dei commensali. Il tocco finale che garantisce la riuscita di un banchetto è la musica. Per il Siracide non è un elemento di contorno ma è considerata parte integrante che non deve essere disturbata da chiacchiere inutili anche se fatte passare come discussioni impegnative di gente importante. Sono fuori luogo, e basta! 

4Quando c’è un’esecuzione non effonderti in chiacchiere,
e non fare il sapiente fuori tempo.
5Sigillo di rubino su ornamento d’oro
è un concerto musicale in un banchetto.
6Sigillo di smeraldo in una guarnizione d’oro
è la melodia dei canti unita alla dolcezza del vino.
                     (Sir 32,4-6)

    Messaggio conclusivo agli insaziabili. Tutti i testi raccolti nello “spiedino” sono animati da un atteggiamento di equilibrio che ha il fondamento nel dominio (non nella repressione!) degli istinti naturali tendenti a raggiungere la felicità. Il realismo con cui il Siracide guarda la vita con atteggiamento disincantato lo porta a riconoscere la diversità delle risposte date dagli uomini alle provocazioni, sostanzialmente identiche, a cui tutti siamo sottoposti. Ecco allora l’esortazione finale rivolta a chi, pur avendo partecipato ad una grande festa, non è ancora sazio e vuole fare “le ore piccole”  (vale ancora questa espressione con i cambiamenti di orari imposti dalle varie “movide”?). “Se vuoi ancora divertirti – suggerisce il Siracide – continua pure la festa, ma a casa tua”. Libertà totale, a patto che tu sappia essere responsabile delle tue azioni e non le voglia imporre a tutti gli altri. Diventeresti arrogante, con il rischio di non essere più invitato da nessuno (mi permetto di aggiungere). 

11All’ora stabilita àlzati e non restare per ultimo,
corri a casa e non indugiare.
12Là divèrtiti e fa’ quello che ti piace,
ma non peccare con parole arroganti.
13Per tutto ciò benedici chi ti ha creato,
chi ti colma dei suoi benefici.
                     (Sir 32,11-13)

Lasciamo la conclusione a Gesù.
Potrei aggiungere altri bocconcini sullo stesso tema, prelevati qua e là da diversi passi della Bibbia, ma ho scelto di fermarmi al Siracide, in coerenza con quanto abbiamo visto nel corso dell’anno appena concluso.
Mi si passi solo il riferimento ad una definizione che Gesù dà di se stesso, riprendendo quanto la gente diceva di lui: “È un mangione e un beone!” (Matteo 11,19). Gesù non la respinge perché effettivamente nella sua vita prendeva parte ad incontri conviviali a cui partecipavano personaggi diciamo, discutibili. E lo faceva perché la riteneva una cosa normale, vissuta come opportunità offertagli da Dio di condividere il suo grande dono con i fratelli.
In un prossimo post cercherò di confezionare un altro spiedino nel quale si presentano altri punti di vista che possono sembrare in contrasto con questo.
Ma si tratta di contrasto o di complementarietà?

 

mercoledì 25 maggio 2016

Dio parla nella Bibbia. Come ?

L’affermazione costante della nostra fede, comune con la fede degli Ebrei, è che nella Bibbia Dio ha parlato agli uomini. Attraverso quelle pagine Dio ha comunicato al popolo di Israele qualcosa di se stesso, per guidare tutta l’umanità alla conoscenza di ciò che Egli fa per gli uomini. La Bibbia è nata per conservare questa esperienza religiosa di un popolo, destinata ad essere proposta a tutti.

mercoledì 4 maggio 2016

I NEMICI DEL CONCILIO

UN CONCILIO… INDIGESTO

Sono passati più di 50 anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II e, nonostante l’applicazione ufficiale delle indicazioni derivanti dalle sue decisioni, si ha l’impressione che parte dei cattolici non abbia ancora digerito i cambiamenti introdotti nella prassi della liturgia e nella comprensione della stessa fede.

venerdì 22 aprile 2016

CRONACHE INCREDIBILI

CRONACHE  INCREDIBILI

Le soffitte, si sa, possono conservare tesori che fanno la fortuna di chi li trova. Si tratti di un Caravaggio sconosciuto, di un Rembrandt o di una raccolta di monete antiche, chi se li trova tra le mani ha sempre l’impressione di aver fatto una scoperta sensazionale.
Io non ho provato questa emozione quando mi sono imbattuto in una cartella che conteneva fogli ingialliti di vecchi giornali raccolti chi sa da chi, chissà quando e chissà perché. Però ad un giornalista in pensione quel ritrovamento ha ridestato la curiosità non ancora sopita di scoprire il motivo che aveva spinto un ignoto collega a conservare pagine isolate di quotidiani con notizie di cronache di altri tempi.

venerdì 15 aprile 2016

IL VANGELO DEI DELUSI

IL VANGELO DEI DELUSI
(o: i delusi dal vangelo?)

Il brano del vangelo di Giovanni che abbiamo letto nella terza domenica del tempo di Pasqua (Gv 21,1-19)  è stato composto con grande maestria. Figura come un’appendice al vangelo stesso che si dichiara chiuso con il capitolo 20. Ma non è questo l’aspetto su cui mi voglio fermare. Vorrei richiamare l’attenzione sulla composizione letteraria dei versetti 21,1-19.
1 –  La pesca e la colazione.

giovedì 7 aprile 2016

IL VANGELO SECONDO MAOMETTO


IL VANGELO SECONDO MAOMETTO

(OVVERO IL VANGELO DI BARNABA)

È noto a tutti che nel Corano si parla ripetutamente di Gesù come anche di Maria. E se ne parla anche con una certa stima e simpatia, tanto che a volte questo atteggiamento benevolo viene portato come dimostrazione del carattere tollerante dell’Islam nei confronti di altre religioni.

mercoledì 16 marzo 2016

"MISERICORDIA SAMARITANA"


OLTRE LA PARABOLA

                                                  (la “Misericordia samaritana”)

Alcune parabole del vangelo sono entrate così profondamente nel linguaggio comune che anche coloro che hanno abbandonato la pratica religiosa spesso vi fanno riferimento. Buon samaritano, figliol prodigo, pecora smarrita sono diventati degli stereotipi a cui si ricorre senza nemmeno pensarci.
      

sabato 13 febbraio 2016

ASCENSIONE NON È ASSUNZIONE


L’importanza delle parole

ASCENSIONE NON È ASSUNZIONE

 Qualcuno penserà che è un’idea fissa la mia preoccupazione di usare le parole rispettando il loro significato. Lo scrivevo a proposito del termine “matrimonio” con cui ci si ostina a voler indicare una realtà che non corrisponde al significato della parola e invitavo a trovare, o inventare se ce ne fosse bisogno, un’espressione che aiutasse a capire di che cosa si tratta.

giovedì 11 febbraio 2016

LA BIBBIA INSEGNA...


LA BIBBIA INSEGNA...

 

Fatti di cronaca recenti dovrebbero far riflettere seriamente tutti quelli che hanno a cuore l’educazione dei giovani. Di fronte a certi comportamenti dovremmo chiederci se aiutiamo davvero le nuove generazioni ad affrontare la vita reale o se invece le lasciamo crescere in modo selvaggio, guidate solo dall’istinto che si presenta sotto la maschera della libertà.

giovedì 14 gennaio 2016

LE SORPRESE DELLA BIBBIA


LA BIBBIA A SORPRESA

La vecchia, cara Bibbia non finisce mai di stupire per la sua attualità. Viene fuori quando meno te l’aspetti e te la trovi davanti magari detta con parole diverse da quelle consacrate dalla tradizione e soprattutto vissuta ogni giorno perché considerata capace di dare suggerimenti concreti per la buona riuscita delle proprie attività.

domenica 10 gennaio 2016

IL SORRISO DI DIO


QUANDO DIO SORRIDE

 

L’intuizione originale della religione descritta dalla Bibbia è la proibizione di usare le immagini per rappresentare Dio. Evidentemente il divieto riguarda le statue, i disegni ma non si riferisce all’uso di descrivere Dio attraverso le parole. Così troviamo che nella Bibbia si parla spesso del volto di Dio in generale e nei particolari: occhi, orecchie, bocca o anche, in altri contesti, di braccio o di mano. Sono tutte immagini verbali che esprimono la convinzione che Dio vede, sente, parla e agisce intervenendo nella vita dell’uomo.

domenica 3 gennaio 2016

"MISERICORDIAE VULTUS"


MISERICORDIAE VULTUS

Il volto della misericordia – è il titolo della Bolla di indizione dell’anno giubilare – è il volto di Gesù che rende visibile la misericordia del Padre. L’iconografia tradizionale ha rappresentato Gesù quasi sempre con un’espressione seria, quasi severa fino a mostrarlo sofferente nell’agonia sulla croce. Ma l’immagine che ne danno i vangeli è ben diversa. Certamente gli evangelisti non ci offrono descrizioni particolareggiate del suo volto, però presentano Gesù in situazioni che lasciano supporre gesti, tono di voce, sguardo e atteggiamento adeguati alle diverse circostanze.