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Scuola on line: Introduzione allo studio della Bibbia

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

venerdì 8 aprile 2011

13. Alla ricerca di Davide

Quando leggiamo il racconto di un avvenimento, sia attuale che del lontano passato, abbiamo spesso la sensazione di trovarci di fronte al fatto stesso e ai personaggi che lo animano. Specialmente se il racconto è fatto da un bravo scrittore che sa rendere vivace la narrazione, riviviamo  i diversi momenti delle vicende e ci immedesimiamo con i …
protagonisti condividendo i loro sentimenti ed emozioni. È questo il miracolo dell’arte, che trasfigura il mezzo espressivo rendendolo capace di creare una realtà sempre nuova, ogni volta che ne veniamo in contatto.

Questo meccanismo psicologico ci permette di godere all’infinito qualsiasi opera d’arte. Partecipando al momento creativo dell’artista, attraverso la sua intuizione espressa per mezzo di segni (parole, disegni, colori, suoni, gesti), ci troviamo come immersi in realtà che non esistono più (o che addirittura non sono mai esistite) ma che rivivono dentro di noi con tutta la loro carica espressiva.

Soltanto il ragionamento ci permette di non scambiare la realtà artistica (emotiva) con la realtà effettiva (quella che viviamo ogni giorno). Ed è al ragionamento che dobbiamo affidarci, dopo aver vissuto le ricostruzioni degli artisti, per non vivere di sogni o di ricostruzioni fantastiche.

Questo discorso vale per ogni racconto, anche per quelli che troviamo nella Bibbia, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento. È un’affermazione che sorprenderà qualche lettore, ma è una conseguenza logica di quanto abbiamo  detto prima. Quando, per esempio, leggo la storia di Davide non mi trovo di fronte al grande re, ma al racconto delle vicende che lo riguardano. Per essere ancora più precisi, non mi trovo di fronte ai fatti della sua vita, ma al ricordo che quei fatti hanno lasciato nella mente della gente e che lo scrittore ha deciso di raccontare per motivi che gli stavano a cuore. Lo stesso discorso vale per ogni personaggio o avvenimento che troviamo raccontato nei libri sacri (o in qualsiasi altra opera letteraria).

Per rimanere in campo biblico, dobbiamo renderci conto che davanti agli occhi abbiamo solo un testo, scritto per un determinato scopo, da un autore che sceglie tra i ricordi personali o raccolti da una tradizione popolare, per comunicare il significato che avvenimenti o personaggi hanno per la fede del popolo di Israele. In qualche misura il discorso vale per il Nuovo Testamento, anche se i tempi tra fatti/personaggi e racconto scritto sono molto più ristretti.

Le conseguenze di queste considerazioni sono molto importanti. Prima di tutto perché ci evitano l’equivoco piuttosto frequente, di chiedere, di fronte ad un fatto raccontato dalla Bibbia che ci sembra inverosimile, se sia vero oppure no. Posta in questo modo, la domanda non ha senso. Infatti non mi trovo di fronte ad un fatto, ma ad un racconto. Mi devo chiedere per prima cosa perché quel racconto è nato, da che cosa è stato originato, perché è stato ritenuto tanto importante da essere tramandato fino a noi, che significato aveva per chi lo ha scritto.

Per concludere in modo sintetico: tra noi che leggiamo la Bibbia e i fatti che racconta ci sono tante realtà intermedie. Per primi i protagonisti dei fatti, poi il ricordo che essi hanno conservato, il motivo che li ha spinti a ricordare e a raccontare, il passaggio dei racconti da una generazione all’altra, la raccolta da parte di qualche scrittore delle memorie di un passato che, nelle sue intenzioni doveva aiutare a capire il presente.

A questo punto ci chiediamo: dov’è finito Davide? Forse abbiamo l’impressione di avere smarrito il contatto con la sua persona, ma certamente siamo in grado di capire meglio perché la Bibbia ci parla di lui.

Giovanni Boggio (Biblista)

 

 

 

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