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Scuola on line: Introduzione allo studio della Bibbia

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

venerdì 8 aprile 2011

17. La parola che crea

Gli autori della Bibbia erano convinti che Dio governava il mondo ed anzi che era stato lui a creare ogni cosa. Essi rappresentavano Dio sotto sembianze umane e pensavano che agisse secondo gli schemi dell’agire dell’uomo. Nei testi più antichi
conservati nella Bibbia non si ha timore di attribuire a Dio mani, braccia, naso, bocca. Gli studiosi chiamano queste descrizioni “antropomorfismi”, cioè modi di dire ricalcati sui comportamenti umani. Anche quando, in epoche più recenti, il modo di rappresentare Dio si era raffinato in senso spirituale si è continuato ad usare il solito linguaggio descrittivo. Anche noi continuiamo a parlare del “volto di Dio”, affidiamo qualcuno che ci sta a cuore “alle mani di Dio” pur sapendo benissimo che si tratta di espressioni figurate, da non intendersi nel senso materiale delle parole.

Nell’Antico Testamento, per affermare la totale dipendenza del mondo dalla volontà di Dio, si usano due forme descrittive, ispirate ai modi con i quali l’uomo realizza qualcosa. Il modo più usuale è quello dell’artigiano o dell’operaio o, se si vuole, dell’artista che con le mani costruisce gli oggetti. Nel capitolo 2 della Genesi è proprio questo il modo con cui si presenta Dio che “plasma” l’uomo e gli animali, “costruisce” la donna, “pianta” gli alberi del giardino.

Nel capitolo precedente della Genesi si afferma che il mondo è stato realizzato da Dio secondo il modo di agire dei re e dei padroni che si guardavano bene dallo sporcarsi le mani con gli oggetti materiali e che pure avevano tutto ciò che volevano: bastava che manifestassero la propria volontà ai sudditi, con un comando espresso attraverso la parola.

Se la parola del re aveva tanto potere da ottenere ciò che indicava, molto più doveva valere la parola di Dio. Ecco allora l’autore del primo capitolo della Genesi che attribuisce alla “parola di Dio” l’esistenza di tutto l’universo. “Dio disse” è il ritornello che introduce la descrizione di ogni opera compiuta da Dio nell’ambito dei sei giorni in cui il racconto inserisce la creazione del mondo.

In questo racconto, a volte la parola “pronunciata” da Dio ha effetto immediato: «“Sia luce”… e fu luce». Altre volte invece Dio dà un ordine che viene eseguito da qualcosa che già esiste: «”La terra produca germogli”… La terra produsse germogli». Questo secondo modo di ottenere ciò che si vuole era caratteristico dei re, che però non potevano avere, con la sola parola, cose inesistenti o che i sudditi non fossero in grado di costruire.

Solo la parola di Dio ha il potere di dare l’esistenza alle cose materiali e agli esseri viventi, gli unici che sono in grado di riprodurre altri esseri come sé. Ma per affermare che solo Dio è in grado di comunicare la vita, l’autore biblico attribuisce ad una “benedizione” divina la capacità straordinaria di “crescere e moltiplicarsi”. La vita, ci dice la Bibbia, ha la sua origine solo da Dio, l’unico che la può donare, l’unico che la può riprendere. L’uomo è solo uno strumento di cui Dio si serve per realizzare il suo progetto sull’intero universo, totalmente dipendente da una “parola” divina.

Giovanni Boggio (Biblista)

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