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Scuola on line: Introduzione allo studio della Bibbia

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

venerdì 8 aprile 2011

14. Il Popolo eletto

Tutti sappiamo che il popolo eletto è Israele. Proprio per questo motivo, forse molti lettori avranno provato un senso di fastidio leggendo il titolo. La nostra sensibilità, abituata ai discorsi sull’uguaglianza di tutti gli uomini, rifugge dalla stessa idea di una “elezione” da parte di Dio, idea che noi associamo strettamente a quella di “preferenza”, e quindi di esclusione di tutti gli altri.
Le vicende politiche degli ultimi decenni giocano poi un ruolo non piccolo nella nostra…
avversione ad un titolo che sembra giustificare pretese da noi giudicate assurde o per lo meno anacronistiche. Se poi aggiungiamo il diminuito senso religioso nella nostra cultura e la non conoscenza dell’origine di questo titolo che affonda nella Bibbia, abbiamo tutti gli elementi per spiegare il nostro rifiuto. E invece…

Invece dall’otto al dieci settembre u.s. una cinquantina di studiosi dell’Antico Testamento si sono incontrati a Foligno per discutere proprio sul tema dell’elezione, non solo all’interno della Bibbia ma anche nelle culture del mondo antico, contemporaneo alla nascita e crescita del popolo ebraico.

Impossibile sintetizzare in poche righe gli argomenti trattati. Tra le tante idee presentate mi sembra interessante notare che la convinzione di essere un popolo superiore agli altri è abbastanza comune nella storia antica (il convegno si è fermato a quella!…). I Greci chiamavano “barbari” tutti gli altri popoli, i Romani si consideravano i favoriti dagli dèi per imporre il loro impero. Stesso convincimento troviamo in Egitto, in Assiria, nell’impero di Babilonia e in quello persiano.

In questi casi si trattava di grandi potenze, anche militari, nel pieno del loro sviluppo. L’attribuirsi una missione assegnata dagli dèi proponeva grandi ideali e dava forza per raggiungerli.

Ma il caso del popolo ebraico è assolutamente anomalo, in questo panorama di imperi a dimensione mondiale. Israele è sempre stato un popolo quasi insignificante dal punto di vista militare, politico ed economico. Inoltre è sempre stato soccombente di fronte ai nemici che di volta in volta lo aggredivano. La Bibbia abbonda di affermazioni di questo genere che testimoniano la coscienza di Israele di essere “il più piccolo di tutti i popoli”, come afferma il Deuteronomio (7,17), maltrattato ed oppresso da tutti i vicini.

Come si spiega allora la nascita in Israele dell’idea di essere il popolo preferito dalla divinità? Non c’era nessun elemento umano per giustificare questa affermazione, e la Bibbia lo afferma continuamente. Non è soddisfacente spiegare il fatto come una rivalsa del debole contro il forte. Forse ciò può avvenire una volta. Ma quando questo atteggiamento si ripete per secoli, in condizioni sempre più drammatiche, diventa improbabile qualsiasi spiegazione razionale.

La Bibbia spiega la scelta attribuita a Dio ricorrendo a diversi motivi: la presenta come frutto del suo amore gratuito ed incomprensibile, come desiderio di avere un popolo che gli sia fedele, ma soprattutto come una missione da compiere verso tutti gli altri popoli. Poiché il Dio di Israele è il Dio unico, si interessa di tutti gli uomini, ma li raggiunge attraverso l’opera di alcuni.

È questo il significato che la Bibbia dà all’elezione di Israele: essere lo strumento per portare tutta l’umanità alla conoscenza e all’adorazione del Creatore universale. In questa luce l’elezione non è più sinonimo di preferenza e di esclusione, ma è la chiamata ad una responsabilità verso Dio e verso l’umanità. Questo argomento è troppo importante anche per noi cristiani. Ne riparleremo ancora.

Giovanni Boggio (Biblista)


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