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Scuola on line: Introduzione allo studio della Bibbia

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

sabato 28 gennaio 2017

MA LA BIBBIA È UN’ALTRA COSA


ADDIO ALLE RELIGIONI? 


Non è la prima volta che leggo dei necrologi che annunciano la scomparsa delle religioni, finalmente smascherate nelle loro mistificazioni grazie a nuovi principi ideologici dettati dalla ragione. L’ultimo in ordine di tempo mi è capitato sott’occhio qualche giorno fa, pubblicato su di un quotidiano on line locale, a firma di un rappresentante di un “Comitato per la Spiritualità Laica”. L’accusa che viene rivolta alle religioni è di predicare e praticare la divisione tra gli esseri umani, in nome di ideologie contrapposte come se fossero dogmi indiscutibili.

      Con mia sorpresa, tra gli intransigenti sono elencati anche certi «”puri” razionalisti atei», giudizio che mi trova pienamente consenziente. L’autore afferma di intervenire “bonariamente” proprio per evitare l’accusa di integralismo che rivolge alle diverse religioni. Tra queste elenca anche «i nazisti, i comunisti, i flippatisti… e tutti quelli che spaccano l’umanità in nome di un “nome”».
Come spesso accade, alla proclamazione dei principi non segue la loro applicazione nella pratica. Così l’atteggiamento bonario e tollerante lascia il posto fin dall’inizio a giudizi drastici come quello che apre il “pezzo”. «Le religioni tradizionali sono ormai una zavorra inutile, eppure talvolta occorre analizzarle per lo meno allo scopo di ridimensionarle a quel che realmente sono: favole necessarie all'infanzia!».

Il nostro amico non nomina esplicitamente la Bibbia ma si riferisce diverse volte a cattolici, ortodossi, protestanti ed ebrei. Non è un mistero che tutti questi in un modo o in un altro fondano la loro fede sulla Bibbia. Da qui trarrebbero le “favole necessarie all'infanzia” che rendono le religioni che ne derivano “una zavorra inutile”. Interessante anche quell’”ormai” che sembra suggerire un “Requiem” definitivo, recitato “bonariamente” dall’ultimo ritrovato della ragione.  

Vorrei intervenire “bonariamente” anch’io, chiedendo al nostro amico se per caso non gli è mai capitato di leggere qualche pagina della Bibbia non destinata proprio all’infanzia. Non pubblico l’elenco di passi scabrosi per non suscitare curiosità malsane in qualche lettore. Ma anche senza ricorrere a qualche caso estremo è risaputo che tutti i popoli antichi non si preoccupavano minimamente di produrre una letteratura mirata all’infanzia. Gli ebrei non facevano eccezione. È ugualmente fuori posto pensare che gli adulti di quei tempi lontani fossero dei bambinoni ingenui e creduloni. Avevano gusti diversi dai nostri, comunicavano non soltanto con lingue diverse dalle nostre ma con espressioni originate dal loro modo di vivere, che non è il nostro dominato dalla tecnologia.

Ignorare queste caratteristiche del mondo antico significa precludersi la possibilità di capire un universo culturale ricchissimo che avrebbe molto da insegnare alla nostra generazione proprio sul tema dell’unità del genere umano che sta tanto a cuore al nostro amico. Certamente non va tutto in quella direzione, c’erano divisioni, odi, rivalità, soprusi, guerre, devastazioni e si potrebbe continuare con i comportamenti negativi descritti anche con compiacimento e attribuiti ad ordini ricevuti dalle rispettive divinità. Ma non era “letteratura per l’infanzia”. Soprattutto era molto ben bilanciata da riflessioni e insegnamenti che miravano a superare ogni divisione con riferimento, guarda caso, proprio ad una fede religiosa.

Non conosco bene altri testi antichi al di fuori di quelli contenuti nella Bibbia. Di questa mi limito a ricordare solo qualche brano in cui si prospetta quella che gli studiosi chiamano “era messianica” descritta come una pace e benessere universale, una condizione di vita che soddisfa tutte le aspettative di felicità che l’uomo può desiderare. E tutto questo è presentato come volontà esplicita di Dio, contrastata dall’egoismo dell’uomo che crea le divisioni.

Che cosa sta scritto davvero nella Bibbia?

Propongo solo qualche testo fra i tanti che descrivono questa situazione desiderata. Nel libro di Isaia, dopo la minaccia di stragi e devastazioni si prospetta un cambiamento dovuto all’intervento di Dio: “Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli. Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra” (Isaia 2,4). Poco più avanti nello stesso libro si legge la descrizione di un mondo ideale (11,6-9a) reso possibile “perché la saggezza del Signore riempirà il paese come le acque ricoprono il mare” (11,9b).


Un altro profeta annuncia un futuro in cui il popolo vivrà nell’abbondanza di prodotti della terra e manifesterà la propria gioia di vivere con canti e danze (Geremia 31,10-14). Nel libro di Michea si legge un’affermazione sorprendente per l’apertura verso culture e religioni diverse da quelle del popolo ebraico. Dopo aver ripetuto le promesse che abbiamo visto in Isaia, Michea descrive una scena che traspira pace, serenità e gioia di vivere con le cose semplici offerte dalla natura. “Sederanno ognuno tranquillo sotto la vite e sotto il fico e più nessuno li spaventerà, poiché la bocca di YHWH degli eserciti ha parlato. Tutti gli altri popoli camminino pure ognuno nel nome del suo dio, noi cammineremo nel nome di YHWH nostro Dio, in eterno e per sempre” (Michea 4,4-5).

Non intendo scrivere un trattato su come è presentato il tema della pace nella Bibbia. Penso che le poche citazioni fatte possano rassicurare il nostro amico che, almeno la religione fondata sulla Bibbia, è contraria alla violenza sia privata che pubblica mentre è assolutamente favorevole ad ogni iniziativa che porti alla pace e alla felicità di tutti e non di pochi privilegiati.

Che poi nella storia ebrei e cristiani si siano comportati e continuino a comportarsi in modo diverso è un altro problema che certamente non si risolve buttando a mare un testo che sostiene l’ideale della pace. Sembra invece che il nostro amico sia impaziente di liberarsi di quella che continua a definire “zavorra inutile” visto che ci ritorna su con un altro articolo che conclude con le stesse parole con cui aveva aperto il precedente. Anche in questo si nota una mancanza di informazione sugli argomenti trattati. Non è vero che l’insegnamento della religione sia mantenuto per dare uno stipendio ai preti. La maggioranza di chi insegna religione nelle scuole è formata da laici.

Discutiamo pure “bonariamente” su tutto, ma, per favore, conoscendo la materia della discussione. Diversamente si perde tempo e soprattutto si alimenta quella contrapposizione che si vorrebbe eliminare. E per farlo si sceglie il metodo più spiccio: eliminare l’avversario.

Se ben ricordo, era il metodo usato da un certo Hitler, come ci è stato illustrato nella “Giornata della memoria”.

5 commenti:

  1. Grazie,P.Giovanni:a mio parere non poteva esprimere meglio la perplessità che prende chiunque si trovi a leggere passi come quello che lei ha commentato:ad essere buoni, o come dice lei "amichevolmente",il meno che si può dire è che questi pseudo-filosofi sono quantomeno "ignoranti" nell senso che ignorano ciò di cui parlano

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    1. Troppo spesso si parla e si scrive di argomenti conosciuti in modo approssimativo, per sentito dire e non per conoscenza diretta. Questo capita spesso con la Bibbia. Tutti ne hanno sentito parlare e pensano di conoscerla mentre invece ripetono luoghi comuni. È il frutto di una pigrizia mentale molto diffusa non solo tra i detrattori dei libri sacri ma anche tra le anime pie che esaltano la Bibbia per certi aspetti che fanno comodo ignorandone altri piuttosto problematici. Come sempre, la verità è scomoda ma è l'unica che ci rende veramente liberi, come dice, appunto, la Bibbia.

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  2. Egregio don Giovanni, mi meraviglio che anche lei, eccellente biblista, scriva genericamente 'la Bibbia' per citare in concreto solo il 'Vecchio Testamento'. Nel le sembra opportuno distinguere il 'Vecchio Testamento' dal ‘Nuovo’? Lei sa bene che il ‘Vecchio’ è un insieme di testi eterogenei dove si trova tutto e il suo contrario, dove Dio è spesso la rappresentazione sublimata delle passioni e dei difetti dell'uomo. E’ nel ‘Nuovo Testamento’, e più precisamente nei ‘Vangeli Canonici’, che Gesù porta veramente la ‘buona novella’ di pace e di amore su cui si fonda la Chiesa (rectius: si dovrebbe fondare).
    La Chiesa fa bene a sconsigliare la lettura del ‘Vecchio Testamento’ che è lettura difficile, tutt'altro che per l'infanzia. E diciamolo pure che è per lo più una lettura noiosissima.
    La lettura della Bibbia non è utile, può essere anzi dannosa. Conosco alcuni Testimoni di Geova (con i quali talvolta discuto amichevolmente) che hanno letto integralmente la Bibbia (tutta!) e ne hanno una conoscenza minuziosa ma assolutamente acritica. Forse il loro atteggiamento è il migliore?

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    1. Quando mi riferisco alla Bibbia intendo tutta la raccolta di scritti accettati dalla Chiesa cattolica e quindi la tanak, i deuterocanonici e il Nuovo Testamento. Considero questo insieme indivisibile perché strettamente unitario e complementare. So benissimo che è opinione diffusa la contrapposizione tra Antico Testamento e Nuovo ma è inaccettabile. Quanto alla Chiesa che "fa bene a sconsigliare la lettura del Vecchio Testamento" come scrive lei, non è esatto, perché nei secoli passati la Chiesa di Roma ha PROIBITO ANCHE SOLO IL POSSESSO di una copia della Bibbia INTERA e quindi anche del Nuovo Testamento. Le consiglio di leggere un post precedente dove spiego meglio la cosa. Che poi l'Antico (non vecchio!) Testamento si, come dice lei, noiosissimo, è tutto da dimostrare. Bisogna sapere e tener conto della finalità dei singoli libri. Certamente, se legge i capitoli dal 13 al 22 del libro di Giosuè avrà la stessa impressione che proverebbe leggendo qualche pagina del Registro catastale oppure delle Pagine Bianche o Gialle. Eppure un certo Nabot ha preferito perdere la vita pur di non rinunciare ai diritti derivanti da quelle pagine. Ho scritto anche recentemente che la Bibbia è bellissima, basta saperla leggere per quello che è e non per quello che pensiamo noi. Con questo non voglio dire che tutte le pagine abbiano la stessa carica emotiva, cosa che si può affermare anche della Commedia dantesca e di ogni opera d'arte. Tornando al rapporto tra Antico e Nuovo Testamento, le ricordo il vecchio detto latino: Novum in Vetere latet. Vetus in Novo patet. Senza l'Antico il Nuovo sarebbe del tutto inspiegabile e non avrebbe senso la nostra fede cristiana. Infine, lei afferma che tutto ciò è difficile. A chi lo dice? a chi ha passato tutta la vita a studiare e insegnare come si devono leggere quelle pagine? Certo che non è facile, però è possibile, bello e soprattutto necessario per dare alla nostra fede un fondamento solido. Grazie, Signor Agostino, le sue preoccupazioni sono sacrosante e forse condivise da chissà quanti lettori. Condividerle è già risolverle a metà. L'altra metà speriamo che ce la metta lo Spirito che Gesù ha promesso di mandare a tutti quelli che credono in lui. Buona lettura

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  3. Caro p. Boggio (sempre così prezioso nella sua sapienza che ci mette a disposizione), ho letto il commento del sig. Agostino alla sua riflessione... forse sbaglio io, ma è la prima volta che sento dire che la Chiesa consigli di non leggere i libri dell'Antico Testamento... a quanto ne so io, la Rivelazione di Dio nella storia dell'umanità è un percorsero d'Amore che parte proprio dalle fondamenta, dalla creazione stessa del mondo, e la Bibbia, vecchio e nuovo testamento, ne "testimonia" il grande amore, la fedeltà e l'insegnamento di pace feconda tra tutti gli uomini voluta dal suo Creatore. Nella Bibbia, a partire dalla Genesi, è anche chiaramente descritto quanto sia l'umanità stessa, con la sua cecità e ottusità, a porre ostacoli a tutto questo. Nonostante tutto, i Profeti e il compimento delle profezie, con Gesú Cristo, hanno annunciato la Salvezza per tutti gli uomini nella grande Misericordia di un Dio che sa trasformare in vita anche ciò che é divenuto tanto arido da sembrare morto, tanto da far diventare un messaggio vivo ed eterno (valido ogni giorno del nostro oggi) quella pace e quell'amore necessari a fare comunione tra gli uomini e quindi con Dio.
    Non si trovano in un salmo dell'A.T. queste frasi:
    "Pace fra cielo e terra
    Pace fra tutti i popoli
    Pace nei nostri cuori"...?
    La auguro a tutti noi.

    Sabrina.

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