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Scuola on line: Introduzione allo studio della Bibbia

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

Gli insegnamenti di Don Giovanni Boggio (Biblista)

venerdì 16 maggio 2014

LA BIBBIA E LA STORIA

QUANDO SI SCOPRE L’ACQUA CALDA Questa volta è toccato a la Repubblica scoprire e presentare come una grande novità quanto si sapeva e si diceva (anche se in modo meno sensazionalistico) da parecchi decenni, se non secoli, a proposito della storia raccontata nella Bibbia. Lasciar capire che l’intervista all’archeologo israeliano Zeev Herzog, ripresa dal quotidiano Haaretz, era uno scoop recente è stato il tranello teso ai lettori per giustificare il titolo che prometteva rivelazioni sensazionali: “Da Gerico a Re Salomone la Bibbia smentita dagli archeologi israeliani”. Qualcuno è andato a spulciare i giornali e ha scoperto che l’intervista risale al 1999. Ma anche a quella data, la notizia non aveva niente di straordinario, se non la volontà di colpire la fantasia dei lettori comuni abituati a ripetere i soliti stereotipi riguardanti la Bibbia, senza averne una conoscenza diretta. Lo scoop taroccato di quella che è considerata da molti la “bibbia laica”, mi ha fatto ripensare ai miei studi biblici iniziati a Roma negli anni 60 e conclusi (temporaneamente) a Gerusalemme nel fatidico 1967. Già allora ci insegnavano quelle cose esplosive ma ci aiutavano anche a capire come funzionava la comunicazione del sapere nel mondo antico che non era soltanto il piccolo popolo ebraico, ma comprendeva grandi imperi come l’Egitto, l’Assiria, Babilonia, la Persia e perfino la Grecia e Roma. In altre parole, e continuando nel paragone delle bombe, ci spiegavano come erano state costruite per poterle maneggiare senza pericoli di sorprese sgradevoli sia per chi le aveva in mano come per il malcapitato a cui erano destinate. In questi lunghi anni di insegnamento ho sempre cercato di fare il mio mestiere di “artificiere biblico” approfondendo sempre di più la conoscenza degli ordigni pericolosi che dovevo consegnare a mani inesperte, per evitare deflagrazioni tragiche. Non volevo nascondere chi sa quali segreti, o mantenere nell’ignoranza le masse bigotte. Semplicemente mi preoccupavo di “costruire” le fondamenta della fede sulle basi solide che mi offriva la Bibbia, a patto di capirla per quello che diceva e non per quello che si credeva dicesse. Perché, siamo sinceri, molti di quelli che affermano che la Bibbia racconta solo storielle inventate, lo dicono “contro” la fede cristiana che vorrebbero eliminare dalla società per poterla costruire secondo i propri gusti, spesso degeneri e perversi. O forse lo dicono senza aver studiato seriamente quei testi, che vengono liquidati con una battuta da saccenti. A questo proposito mi viene in mente la battuta che circolava tra gli archeologi qualche anno fa riguardo ai loro colleghi israeliani. Si diceva allora, che quelli ritrovavano i cocci che loro stessi avevano sepolto, per dare un appoggio scientifico alle pretese di una storia addomesticata. Ora seguirebbero il metodo opposto per liberarsi dal peso di una bugia rivelatasi controproducente? È una cattiveria, ne sono cosciente e ne chiedo anche scusa. Ma per dirla tutta, questa è la verità “storica”. Che mi ha spinto a rivedere la mia lunga carriera di insegnante proprio sul modo con cui avevo presentato il problema della storicità della Bibbia. A partire da quanto avevo studiato all’Istituto Biblico ho sempre cercato di introdurre gli allievi ad una conoscenza critica dei testi biblici evitando letture ingenue e semplicistiche ma anche rifiutando di ridurre la Bibbia ad una raccolta di favolette per bambini. Mi sembravano due approcci antiscientifici, anche se il secondo andava di moda ed era presentato da nomi illustri (o fatti passare per tali) con tanto di tam tam mediatico. A dimostrazione di quanto ho affermato invito a leggere gli articoli che ho pubblicato su questo blog, in tempi non sospetti, dopo che erano apparsi sulla rivista della Diocesi di Viterbo. Segnalo solo alcuni titoli che affrontano direttamente il tema di cui stiamo discutendo e che tutti potranno leggere per rendersi conto di come si può aiutare un lettore sprovveduto a capire il significato di un testo antico, non solo della Bibbia. La Bibbia e la storia; La Bibbia e la storia del Nuovo Testamento; Dio parla nella Bibbia: come?; Il popolo eletto; Alla ricerca di Davide; Quando è stata scritta la Bibbia?; La Bibbia è rivelata?; Evoluzionismo e Bibbia; Tremila anni fa; Impariamo a leggere. Fino all’ultimo post che ho pubblicato alla fine di marzo. Naturalmente potrei citare altre pubblicazioni sullo stesso argomento e che seguono lo stesso metodo, per giustificare il titolo che ho dato a questa pagina: la Repubblica ha proprio scoperto l’acqua calda! Ma noi biblisti la facevamo già scorrere in abbondanza da decenni. Se non era giunta in via Cristoforo Colombo era un problema che riguardava quel palazzo che dovrebbe far controllare il suo impianto idrico. Se questo non funziona, non è a causa dei biblisti e non è nemmeno giusto allarmare tutta la popolazione d’Italia con un titolo a sensazione che riflette il disagio di un gruppo di “intellettuali” in cerca di un consenso più ampio alle loro idee. È una questione di buon senso, oltre che di buon gusto. Per confermare quanto ho affermato, pubblico un altro articolo che ho scritto nel 2004 proprio sul tema specifico del rapporto tra Bibbia e storia (LA BIBBIA: TUTTE STORIE?) e che invito a leggere.

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